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Progetto Suspended

A cura di MAURA BIANCHI e UGO SPIAZZI in collaborazione con gli studenti della LABA

Un insediamento umano non si può considerare evoluto e compiuto se non vi è un luogo che sia espressione della vita quotidiana: la PIAZZA.

Il primo modello di piazza riconosciuto storicamente è il foro romano, solitamente chiuso da un porticato sui quattro lati, collocato all’incrocio fra i due assi maggiori della città.

Il progetto si colloca a Brescia nella piazza Santa Maria Calchera, il cui nome è legato all’omonima chiesa di fondazione antica. Il santuario sorgeva nelle vicinanze di una cosiddetta calcara o calchera, ovvero un’antica fornace per produrre calce. La conformazione attuale della piazza venne inaugurata nel 1918 con l’introduzione del monumento dedicato a Nicolò Tartaglia, matematico cinquecentesco di origini bresciane, dovuto a Luigi Contratti.

NICOLÒ TARTAGLIA

A Nicolò Tartaglia, studioso autodidatta, viene riconosciuto il merito di avere contribuito alla rinascita delle scienze matematiche, grazie ai numerosi scritti scientifici pubblicati tra il 1543 e il 1556.

Nacque a Brescia nel 1499 circa, senza aver mai conosciuto il nome del padre. “Tartaglia” divenne il suo cognome, per via della balbuzia procuratagli dalla ferita alla bocca di un soldato francese durante il “Sacco di Brescia” (1512).

Si occupò di molti rami della matematica, di balistica e di fortificazioni, di cambi, misurazioni, estimo, valute e svariati altri problemi scientifici.

La scoperta della formula risolutiva dell’equazione di terzo grado elevò il suo nome al di sopra di quello degli altri matematici della scuola algebrica italiana del sec. XVI. Egli contese a lungo tale scoperta con il pavese Girolamo Cardano.

Morì a Venezia il 13 dicembre 1557.

PROGETTO

A Brescia, antistante l’edificio sacro S. Maria Calchera sorge l’ex convento di Santo Spirito, occupato dal XIX secolo dall’Istituto magistrale “Veronica Gambara”. Lungo il versante meridionale si osserva la rustica facciata del cinquecentesco palazzo Fisogni, e oltre il tratto di via Trieste che costeggia la piazza, vi è la ricca architettura settecentesca del nobile palazzo Suardi, oggi Bruni Conter, con la fontana adorna della statua di Nettuno. Questa fontana e il breve tratto di giardino sono quanto oggi rimane della zona, già ad ortaglia e a giardino, che occupava l’area, recinta da muraglia, prima della trasformazione in piazza alberata.

Il progetto dialoga con una delle opere monumentali e immutabili della città, nate, secondo il concetto dell’arte Greca, per essere eterne. La statua di Nicolò Tartaglia contemplando la vasca d’acqua, domina con ragione, scienza, logica, gli elementi naturali e si contrappone all’elemento fluttuante del progetto. La statua greca in pietra del matematico, simbolo di rigorosità e geometria, si rapporta con la superficie organica imperfetta destinata a deteriorarsi nel tempo e non lasciare traccia. L’idea dei fisici e dei matematici è che la natura può essere dominata dalla ragione e contenuta in una forma geometrica, concetto sostenuto anche nel naturalismo quattrocentesco, in contrasto con il pensiero odierno perché la natura deve essere libera e non può essere controllata. Il “tappeto volante” è sospeso sulla superficie dell’acqua e crea un parallelismo contemporaneo rispetto alla vasca rigorosa e il suo fluttuare è dato dalle infinite interferenze che sfiorano le nostre vite. Noi ci collochiamo a metà tra la razionalità matematica e il caos della natura per questo l’idea di sospensione del tappeto, in tutto ciò c’è un equilibrio fra i due piani, uno è fluttuante e incontrollabile, l’altro contenibile e razionale.

Il tappeto volante è realizzato da sottili strisce di pioppo, legno molto tenero e di facile lavorabilità che permette di formare superfici ondulate. Il tessuto stesso del tappeto volante è patrimonio della cultura orientale nella necessità di svuotare la materia e frammenta l’immagine creando pieni e vuoti, concetto sostenuto anche da Miralles, il più grande decostruttivista contemporaneo. L’andamento dell’elemento fluttuante è un chiaro riferimento al frontone in alto al centro del palazzo Bruni Conter dell’architetto progettista Antonio Turbino, al quale non fu data la solita forma triangolare ma bensì curvilinea. Inoltre, al centro è presente in stucco un medaglione di un guerriero con trofei di bandiere. La facciata è chiara, aperta, distesa, con pochi elementi architettonici ma distribuiti con sobria eleganza. La stessa curva è presente anche nei basso rilievi degli stipiti delle finestre che scandiscono il ritmo della facciata. La superficie sospesa si estende dai gradini della statua fino al termine della vasca d’acqua e si eleva a 1.20 m dal piano calpestabile.

Prendendo in considerazione la vasca rettangolare della fontana abbiamo proiettato un piano e diviso in una griglia modulare di un metro per un metro. Di conseguenza abbiamo sollevato alcuni punti del piano in modo da creare l’andamento fluttuante della superficie e l’abbiamo sollevato a un’altezza di 1.90 m rispetto alla quota della strada per renderlo visibile.

 

DESCRIZIONE TECNICA PER LA REALIZZAZIONE

Fasce di pioppo:          Filo metallico di 0,3 mm

-spessore 1mm

-larghezza 2/3 cm

-lunghezza 2 m

 

Per creare una superficie continua, le strisce di pioppo di 2 m di lunghezza vengono per prima cosa unite con un punto di cucitrice in senso longitudinale creando delle fasce molto lunghe. In seguito vengono assemblate in larghezza con la tecnica della cucitura tramite un filo metallico di 0,3 mm che passa tra le fasce unendole come un ricamo vero e proprio.

L’unione con il filo metallico viene ripetuto ogni 30/40 cm per dare il giusto sostegno al tappeto che si viene a formare.

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